sabato 6 dicembre 2025

Migrazione di Mora-Foto

Ciao a tutti!

Oggi segniamo la fine di un'era: dopo ben quindici anni di servizio, abbiamo deciso di sospendere il dominio www.mora-foto.it. Questa decisione non è un addio, ma un passo verso un futuro più grande! Le nostre energie sono interamente dedicate al nuovo, ambizioso progetto:  www.ciaocortina.com, la nostra guida turistica per scoprire Cortina d'Ampezzo!

Sul nuovo sito troverete tutti i contenuti dedicati alla fotografia che amavate sul vecchio. Per quanto riguarda gli articoli che non si adattano al nuovo progetto, li abbiamo spostati qui su Blogger, dove potrete consultarli fino a quando il servizio sarà disponibile. Per rendere più semplice la navigazione, di seguito tutte le pagine che potrete trovare sul blog. Nel post successivo, troverete tutte le guide per Gimp:



Articoli sulla fotografia


Tutte le guide per la fotografia



Altre Guide: HDR, Nikon Capture, etc:


Software di Fotoritocco:


Altre guide:



Guide per la telefonia mobile:


Guide per Android:


Guide per iOS

Generiche:

Nel post successivo, troverete tutte le guide e gli esercizi che abbiamo scritto per il fotoritocco con Gimp, un software gratuito ed opensource per il ritocco di fotografie.

Grazie per questi anni,

Andrea e Marco

Tutorial, guide ed esercizi per Gimp

Guide, Tutorial ed esercizi per Gimp:

In questa pagina potete trovare decine di tutorial passo passo per il fotoritocco con Gimp. Ogni tutorial su mora-foto è originale ed è stato scritto da noi. Le nostre guide per Gimp sono rivolte a tutti i fotografi che vogliono imparare ad usare Gimp per la post produzione delle loro foto senza dover acquistare costose licenze. Se usate Gimp e siete soddisfatti, vi prego di considerare di fare una donazione alla GNOME Foundation. 


Tutte le nostre guide sono facilmente comprensibili, e sono spiegati passo passo, per permettere anche ai principianti di capire perfettamente come funziona Gimp con esempi pratici facili da seguire. Ci concentreremo sulla post-produzione e sul fotoritocco.

Guide Base:


Gestione colori


Migliorare soggetti umani


Migliorare i panorami


Le sfocature


Strumenti e plugin

Effetti ed esercizi


Guide Avanzate Gimp:


Gimp è in assoluto la soluzione migliore per i fotografi amatoriali che cercano il miglior software libero, che permette di raggiungere risultati quasi professionali. Crediamo davvero che Gimp possa sostituire Photoshop su quasi tutto, per i fotografi non professionisti. Manca di alcuni strumenti iper-avanzati, ma è gratuito. Speriamo che i nostri tutorial su Gimp vi aiutino a capire le funzionalità e le potenzialità di Gimp. Ci sono molti altri programmi che funzionano bene, ma nessuno di loro è così flessibile e avanzato come Gimp. Forse all'inizio potrebbe essere un po' difficile, ma quando imparerete ad usarlo, sarete completamente soddisfatti. Ecco perché abbiamo creato questo sito web: per farvi capire facilmente le basi di Gimp e come diventare ogni giorno un fotografo migliore. Con i nostri tutorial Gimp imparerai ad usare tutti gli strumenti che Gimp offre per la post produzione delle tue fotografie.

Crediamo fermamente che l'utilizzo di Gimp permetta a chiunque di ottenere risultati più che soddisfacenti nel fotoritocco sia per uso domestico che professionale. Se non sei un fotografo professionista, o non vuoi pagare una licenza per un qualsiasi motivo, o peggio ancora stai usando e scaricando software pirata (con tutti i rischi che ne derivano), allora considera Gimp come una soluzione a tutti i tuoi problemi. Se hai bisogno di modificare alcune foto, Gimp è sicuramente la soluzione gratuita più avanzata oggi disponibile. Gimp permette di ritagliare fotografie, aggiungere testi, aumentare il contrasto e la saturazione, correggere i colori, come fare editing fotografico avanzato, senza dover pagare nulla. Vi suggeriamo di rimboccarvi le maniche e iniziare ad imparare ad usare Gimp, che è un software incredibile, imparandolo con l'aiuto dei nostri tutorial Gimp. Abbiamo deciso di dividere questa pagina in diverse categorie, per permettere una migliore consultazione dei numerosi tutorial Gimp presenti, così sarà più facile per voi cercare il tutorial da approfondire.

Rispetto a Photoshop, Gimp potrebbe essere considerato meno intuitivo, non ha una gestione perfetta dei batch, non ha strumenti di intelligenza artificiale iper-avanzati, ha "solo" 8 bit di profondità di colore, ha bisogno di alcuni plugin esterni per aprire file "raw", o per creare un panorama utilizzando foto diverse, ma nonostante tutto, Gimp vi permetterà di ottenere risultati sorprendenti senza dover spendere soldi e, soprattutto, senza dover scaricare software non originali che, soprattutto per uso professionale, potrebbero farvi prendere una brutta multa. Gimp è distribuito secondo i termini della General Public License v3 e successive. In poche parole, questo significa: Si è liberi di usare GIMP, per qualsiasi scopo.

Se non avete mai usato Gimp prima d'ora e siete alle prime armi con i software di fotoritocco, vi suggeriamo di provare tutti i nostri tutorial nello stesso ordine in cui sono stati pubblicati. Partendo dai tutorial di base in alto, sull'interfaccia e gli strumenti di Gimp, si passa alla correzione della luce e del colore, alle maschere, ai livelli e a ciò per cui vengono utilizzati. Una volta capito come usare le maschere e i livelli di Gimp per modificare solo una singola porzione dell'immagine, si può mettere la conoscenza acquisita sulle basi di Gimp, passando ai tutorial più complessi, come l'effetto Dragan o la fusione dell'esposizione. Quando inizierete a capire cosa state facendo, potrete provare a modificare una foto con tutti più effetti, in modo da comprendere meglio i vari strumenti di Gimp e magari scoprire il vostro stile preferito. Se non avete esperienza è solo un gioco, dove cercate di diventare più a vostro agio con l'interfaccia di Gimp. Quando avrete raggiunto una discreta familiarità con gli strumenti di Gimp e con tutti i concetti dei nostri tutorial, potrete utilizzare Gimp per una perfetta post-produzione o per il fotoritocco.

Saper editare una fotografia con Gimp è molto più utile di quanto si pensi. Sarete in grado di creare immagini impressionanti per i vostri social network, ma aumenterà anche la vostra produttività sul lavoro o in qualsiasi attività di volontariato, per esempio potreste usare Gimp per creare un poster per un evento, o un menu di un ristorante. È sempre utile avere un amico che può disegnare un meme o fare una foto di copertina per un evento. Poi, quando sarai bravo, nessuno ti impedirà di cercare di guadagnare qualcosa con le tue nuove conoscenze. Crediamo che Gimp sia un ottimo programma di fotoritocco, non perfetto, ma che può sostituire Photoshop in quasi tutti gli usi amatoriali. Speriamo anche che tutti i nostri tutorial di Gimp possano aiutarvi a capire meglio il funzionamento e le potenzialità di Gimp che è, senza dubbio, il miglior programma di fotoritocco gratuito disponibile sul mercato. Se lo ritenete opportuno, potete darci un piccolo contributo cliccando la pagina ❤Sostienici.

Come scegliere la fotocamera giusta

Alcuni consigli per scegliere la macchina fotografica giusta ed orientarsi in un mare di diversi modelli.

Stabilire quale sia la fotocamera giusta non è facile, esistono decine di produttori e centinaia di modelli tra cui decidere ed il neofita potrebbe avere difficoltà ad orientarsi, scegliendo quindi più per istinto che per competenza. In questo articolo non voglio mettere tre modelli a confronto o elencare le differenze delle 10 migliori macchine fotografiche dell'anno, ma fare un ragionamento in generale sul mondo della fotografia per capire meglio cosa offre il mercato delle fotocamere e cosa è più adatto in base alle nostre necessità.


Ad oggi il panorama è davvero ampio, si spazia dalla mirrorless alla reflex professionale, passando per fotocamere bridge e smartphone con camere di alta qualità. Le differenze tra queste tipologie di prodotto è legata alle diverse necessità che ognuno di noi può avere, ed un piccolo esame di coscenza è d'obbligo prima di avventurarci nei siti specializzati. Come per tutti i prodotti elettronici, prima dobbiamo capire cosa ci serve e successivamente orientarci su una fascia di prodotti.


Quali sono le tue reali necessità?

Cosa cerchiamo dalla nostra fotocamera? vogliamo fare qualche fotografia al compleanno della zia o siamo appassionati di fotografia naturalistica? Preferiamo la tascabilità di una compatta o lo zoom 32x è d'obbligo per fotografare gli uccelli? Amiamo la libertà dei comandi manuali o preferiamo impostare in automatico tutti i parametri? La fotocamera servirà solo per le foto ricordo o vogliamo diventare fotografi professionisti? Sono domande a cui non è facile rispondere obbiettivamente, ma devono essere affrontate prima di acquistare un prodotto che potrebbe non soddisfarvi completamente.


Le dimensioni migliori?

La prima cosa che si nota osservando la vetrina di un negozio di fotografia è la vastissima scelta disponibile. Le dimensioni della fotocamera sono la prima cosa che salta all'occhio. La compatta è tascabile, pesa poco e possiamo averla con noi tutti i giorni. La bridge o la reflex (ne parleremo in seguito) è ingombrante e pesa molto, ma ha un'ergonomia molto maggiore e ci permette di essere impugnata con più sicurezza. L'accessibilità dei comandi su di un'ultra-compatta sarà meno agevole, quindi se avete mani enormi è sconsigliabile comprare il modello super-slim. Di contro portarsi sempre al collo 5 Kg di attrezzatura risulta scomodo per fare foto senza valore


Il budget?

Come per tutto, è utile partire con una chiara idea di quanto si vuole spendere. Se è vero che i soldi non sono un problema quando un prodotto ci appaga completamente, sconsiglio di farsi raggirare da un venditore che potrebbe piazzarci un prodotto sovradimensionato alle nostre necessità. Personalmente ritengo che, se non avete particolari esigenze in fatto di zoom e qualità, con 80-150€ porterete a casa un'ottica fotocamera per scattare foto ricordo.

Salendo oltre i 150€ euro dovreste ottenere il vantaggio di uno zoom maggiore. Oltre i 250€ iniziano ad apparire le fotocamere "particolari": Impermeabili, oppure con zoom estremi, spesso con settaggi manuali, e in alcuni casi il Raw. Ancora più su ci sono le macchine professionali, che per le loro particolarità (elencate di seguito) consiglio solo ad una limitata fascia di utenza più esigente.


Quali funzioni?

La possibilità di impostare in manuale diaframa e tempi, il gps integrato, l'estensione dello zoom, l'impermeabilità, la robustezza o la luminosità dell'ottica potrebbero essere fattori determinanti nell'acquisto. Pensate bene a cosa vi potrebbe servire.

Le impostazioni manuali sono indispensabili per aver maggiore libertà in fase di scatti artistici, ma necessitano di una certa competenza per non fare grossolani errori. Lo zoom serve principalmente per caccia fotografica, la luminosità, i sensori retroilluminati e alti valori di ISO sono necessari nelle foto con poca luce. Un discorso a parte andrebbe affrontato per le fotocamere rugged, ovvero resistente ad urti e liquidi e molto utili per fotografia sportiva o snorkeling, ma solitamente più ingombranti, costose e con zoom limitato.


Compatta, bridge o reflex?

Le diverse tipologie di fotocamera sono pensate in base alle necessità di ognuno: La compatta nasce come fotocamera da viaggio: piccola, leggera e portabile ha però limitazioni di zoom e sensori piuttosto piccoli, poco performanti nelle fotografie al buio.

La compatta di qualità cerca di accontentare chi non è disposto a rinunciare alla comodità del tascabile, ma non vuole nemmeno la fotocamera "inquadra e scatta". Leggermente più ingombrante, ha un buon livello di zoom e permette impostazioni manuali.

La bridge è una via di mezzo. Monta un obbiettivo non intercambiabile, ma generalmente molto flessibile. E' piuttosto ingombrante, ma non pesa una follia. Permette le impostazioni manuali, ma può venir utilizzata anche da un neofita. Personalmente vedo sempre più persone con una bridge al collo. Unica pecca di questa soluzione è il sensore piccolo, grosso handicap nelle foto notturne o poco luminose. Per farla semplice, se scattate con poca luce la foto sarà molto rumorosa (puntinata).


La reflex è una fotocamera piuttosto complessa e costosa. Pretende inoltre l'acquisto di almeno due o tre ottiche generalmente piuttosto impegnative economicamente. Ha infine un'ultima "pecca", vi porterà alla sindrome di acquisto compulsivo, facendovi guardare a listini che spesso e volentieri avranno cifre con tre zeri. Potrei sconsigliarla come prima macchina perché, se è vero che permette la massima libertà di espressione, vi obbligherà ad un po' di studio. È una scelta obbligata se si desidare diventare "fotografi professionisti".

Esiste infine un'ultima categoria da poco affermata. Le fotocamere Mirrorless (o E.V.I.L. - Electronic Viewfinder Interchangeable Lens). Queste ultime sono dei corpi macchina senza il meccanismo dello specchio e del mirino ottico. Hanno dimensioni piuttosto ridotte del corpo macchina, sensori relativamente grandi (poco rumorosi) e display molto generosi. Pretendono comunque un corredo di ottiche e consumano molta batteria a causa dello schermo grande e del sensore sempre acceso. Personalmente non mi hanno mai particolarmente affascinato, ma sono convinto troveranno la loro nicchia di mercato tra i fotografi itineranti, in quanto questo tipo di fotocamere sono molto più comode e leggere da trasportare (a parità di qualità) di una reflex.


Quale marca?

Decretare la qualità di una macchina considerando solo il marchio sarebbe un azzardo. Nikon, Canon, Casio o Panasonic sono aziende molto serie, ma non è possibile decretare arbitrariamente quale sia la migliore. Se avete la possibilità di provare le fotocamere dei vostri amici, verificate con quale avete un maggior "riscontro positivo". Molte volte il software o la posizione dei comandi di una macchina ci risulta immediatamente piacevole e forse a quel punto abbiamo scelto cosa conviene comprare.

Siccome vorrei comunque dare dei consigli e non lasciarvi completamente in balia del venditore di turno, mi sembra giusto sbilanciarmi con un paio di mie considerazioni: Nikon e Canon dominano il settore professionale, per le reflex mi sbilancio a consigliare Canon per un maggior numero di obiettivi adatti a tutte le tasche e Nikon per i corpi macchina di miglior fattura a parità di prezzo. Nel settore medio o basso probabilmente oggi comprerei una Nikon per semplicità di utilizzo, estetica e tecnologia. Nelle mirrorless (settore di cui sono poco aggiornato) ho sentito parlare molto bene di Sony.


Accessori

Un cavalletto, una custodia e un'abbondante memory card sarebbero da acquistare contemporaneamente alla fotocamera. Sono accessori di cui forse non si sente il bisogno immediato, ma con il tempo tornano molto utili.

Ricordate una cosa fondamentale: Se la vostra fotocamera registra filmati in Full HD è obbligatorio chiedere memory card "Classe 10" o superiore, le classi inferiori costano molto meno, ma sono troppo lente e non permettono di registrare tranquillamente in Full HD.

Personalmente ho una Lexar Classe 6 che è più veloce della Classe 10 di un mio amico, ma come è possibile?? Semplice, lui ha preso una memory cinese su ebay spendendo poco che, anche se sull'etichetta è più veloce, nella realtà dei fatti non va come dovrebbe.

Considerate inoltre che è meglio archiviare le proprie foto su memorie di marca, che vengono sottoposte a test di qualità più rigorosi.

Spendere qualche euro in più vi garantirà maggior affidabilità, meno ansia di perdere fotografie e performance assicurate.


Considerazioni finali

Dopo un'attenta analisi dei punti sopra elencati, sarà molto più semplice navigare in siti che propongono sterili schede tecniche e paragoni tra macchine simili. Non dimenticate però di stabilire con una certa determinazione quali sono le vostre esigenze, per non farvi abbindolare da caratteristiche assolutamente superflue ed inutili sfide al megapixel. La fotocamera deve immortalare i nostri ricordi, seguirci ovunque e fare quello per cui nasce: permetterci di scattare comodamente ed in ogni situazione quello che ci piace.

Sperando che la guida per scegliere la fotocamera sia stata chiara, prima di salutarti ti ricordiamo che puoi leggere tutti gli altri tutorial sulla fotografia cliccando qui. Se lo ritieni opportuno, puoi darci un piccolo contributo cliccando la pagina ❤Sostienici.

Analisi sul fotoritocco e sul fotomontaggio

Alcune riflessioni sulle tecniche di fotoritocco e fotomontaggio con qualche consiglio.

Il ritocco fotografico è la tecnica con cui un fotografo corregge, in fase di post-produzione, uno scatto realizzato in precedenza. Negli ultimi anni è diventato una pratica comune per chiunque ami la fotografia al di fuori del semplice "ricordo", ed è alla costante ricerca di scatti sempre più efficaci.

Tutto questo è merito della maggior diffusione dei computer e dell'utilizzo di software sempre più avanzati e completi, non vanno ovviamente dimenticati i programmi gratuiti ed opensource. Inoltre abbiamo assistito ad un abbassamento dei costi per l'attrezzatura fotografica e alla comparsa di fotocamere digitali sempre più facili da usare.

Inizialmente i fotomontaggi venivano realizzati in camera oscura e la scelta delle varie tecniche di sviluppo permetteva ai professionisti di raggiungere un livello di controllo maggiore rispetto al fotoamatore che faceva stampare le fotografie a terzi. Oggi, per fortuna, questo processo è stato eliminato a favore del digitale, che permette a chiunque (con molta pratica e un po' di amore) di ottenere risultati paragonabili a quelli professionali.

Ho deciso di iniziare questa guida con una serie di domande a cui cercerò di dare una risposta. Quella che scrivo non è la verità assoluta ed imprescindibile, ma il mio pensiero trascritto il più obbiettivamente possibile.


Fotoritocco prima dell'avvento di Photoshop


Eliminato il soldato e schiarita la fotografia


In che cosa consiste il fotoritocco?

Possiamo definire fotoritocco tutti quei processi atti a migliorare una fotografia, che vanno dalla semplice regolazione del contrasto al fondere due immagini con esposizioni diverse. Considerando i limiti pressoché inesistenti di questa tecnica, dobbiamo farci un esame di coscienza per capire quanto vogliamo modificare le nostre foto e quando esserne soddisfatti. Lo scopo del fotoritocco dovrebbe essere quello di ricreare una scena che possa rievocare le emozioni e "rivivere il momento immortalato".


E in cosa differisce dal fotomontaggio?

Con il termine fotomontaggio si intende la sovrapposizione di diverse immagini o l'aggiunta di dettagli in post produzione allo scopo di modificare completamente una fotografia. Alcuni esempi di fotomontaggi potrebbero essere il posizionare una persona su uno sfondo diverso, la composizione di diverse elementi fotografici tra loro, fino all'astrattismo. Lo scopo del fotomontaggio dovrebbe essere quello di creare qualcosa di innovativo e di grande effetto.


Perché dovrei modificare uno scatto già buono?

Nessuno obbliga a modificare ogni foto scattata con un ritocco completo, io stesso per le mie immagini ricordo non elaboro nulla, ma se una fotografia mi sembra particolarmente efficace, conservo sempre la copia in risoluzione piena (possibilmente correlata di file RAW) per poterla migliorare. Come già accennato sopra, fotoritoccare una foto non vuol dire distruggerne il realismo, ma correggerne i difetti e rendere per scatto più simile a quello che il fotografo ha visto al momento dello scatto. perché non togliere un palo della luce o cancellare un brufolino se possiamo farlo?


Fin dove è giusto spingersi?

In realtà questa domanda è molto personale e non esiste una risposta assoluta. In alcuni paesi si comincia a parlare di eliminare il fotoritocco nelle riviste di moda, per non creare ideali irrealizzabili in ragazze predisposte all'anoressia.

Nonostante sia una considerazione assolutamente soggettiva, concordo con chi ha fatto questa proposta. Fotoritoccare, secondo me, è giusto solo fintanto che non si tenti di spacciare per vero qualcosa che in realtà è stato creato in post produzione.


Eliminata targa e cartello stradale, correzione curve e saturazione

Dopo queste considerazioni personali, cerchiamo di analizzare le situazioni ed i vari livelli in cui possiamo intervenire per modificare una foto. Gran parte del lavoro oggi viene fatto dalle fotocamere impostate in automatico, ma personalmente preferisco intervenire in post produzione per avere un maggiore controllo. In questo sito trattiamo l'argomento fotoritocco con Gimp, un ottimo software gratuito ed opensource più che sufficiente per l'utilizzo non professionale. Per chiunque usi altri programmi, è sufficiente una veloce ricerca su google per trovare diversi tutorial su ogni argomento che affronteremo. 


Enfatizzata la nebbia, applicata pioggia digitale ed il bianco e nero

Analizzerò tutti i foritocchi nell'ordine che personalmente ritengo ottimale, dalle correzioni base fino ai fotoritocchi avanzati, concludendo con il fotomontaggio. Ogni punto della scaletta apre in nuova finestra il tutorial di Gimp relativo. Partiamo dal presupposto che vi siete appena fatti una bella gita e dovete decidere quali fotografie caricare su Facebook, Instagram o sui forum dedicati.


Selezione degli scatti:

Il primo consiglio che posso dare è di non selezionare mai le fotografie "a caldo". Fate una rapida pulizia cancellando le immagini fuori fuoco o mosse. Qualche giorno dopo averle scattate, quando è sbollito l'amore per una fotografia che ci è costata grande fatica, ma magari è brutta, facciamo una selezione più accurata delle immagini.


Fotoritocco di base:

Nel fotoritocco base vorrei catalogare tutti i passaggi per migliorare un immagine, senza alterarne assolutamente l'essenza. Ottimo punto di partenza per capire le meccaniche del fotoritocco, ritengo sia un passaggio obbligato prima di pubblicare una foto.

  • Raddrizzare il soggetto e ritagliare gli eventuali eccessi ai bordi dell'immagine
  • Correggere il bilanciamento del bianco in caso di colori non ottimali
  • Regolare il contrasto, la luminosità e la saturazione mediante curve o livelli
  • Cancellare mediante "strumento clona" eventuali intrusi, sistemare gli occhi rossi, correzioni generiche


Fotoritocco avanzato:

Dopo aver completamente corretto un immagine possiamo passare ad una serie di considerazioni aggiuntive. Che cosa voglio rappresentare? l'eventuale aggiunta di un "effetto speciale" potrebbe migliorare il risultato? Sono domande a cui non è facile rispondere, un grande fotografo come Andrzey Dragan passa quasi una settimana solo a scegliere come procedere con il fotoritocco di un suo soggetto. Esistono moltissime soluzioni in base al risultato che vogliamo ottenere, ecco un po' di esempi.

  • Bianco e nero, ottimo con immagini con geometrie e texture
  • Effetto Orton, per rendere più "magiche" certe ambientazioni
  • Effetto Dragan e Bleach Bypass, drammatizzazione di soggetti umani
  • Effetto Flou, morbidezza e riduzione dei difetti
  • Cross processing, Tilt Shift, effetto infrarosso e sperimentazioni varie


Fotomontaggio:

La realizzazione di un buon fotomontaggio non è per tutti. Le competenze necessarie per avere risultati ottimali sono tante e ci vuole molta fantasia. Personalmente non sono un grande fotomontatore, ma guardando le fotografie dei grandi artisti, come il fotografo Dave Hill o il già citato Andrzey Dragan, possiamo capire quali sono i possibili risultati. Il fotomontaggio necessita di una perfetta padronanza delle maschere di selezione, la capacità di saper fondere insieme più oggetti e la consapevolezza della direzione delle luci per non avere risultati irrealistici. Di seguito un piccolo elenco dei fotomontaggi che potete trovare sul sito, che ripeto non essere molti in quanto non amo questa tecnica.

  • Inserire un testo in una foto, creare un demotival
  • Maschere e livelli, cambiare il cielo ad una fotografia
  • Maschere avanzate, selezionare un oggetto complesso
  • Cambiare il colore degli occhi
  • Sostituzione colori con "ruota colore"

In conclusione quello che l'aspirante fotografo deve fare è:

  • Osservare moltissime immagini realizzate da fotografi professionisti
  • Analizzare le varie tecniche di fotoritocco e fotomontaggio per cercare di sviluppare uno stile personale.

Sperando che la guida sia stata chiara, prima di salutarti ti ricordiamo che puoi leggere tutti i nostri tutorial sulla fotografia cliccando qui. Se lo ritieni opportuno, puoi darci un piccolo contributo cliccando la pagina ❤Sostienici.

Fotografare i fuochi d’artificio con la Reflex

Tecniche e consigli per la fotografia dei fuochi artificiali: Treppiede, Posa B, telecomando ed ”f“ chiusa.

Fotografare i fuochi d'artificio è una delle attività più appaganti per ogni aspirante fotografo. Si tratta di eventi eccezionali, che piacciono a tutti e garantiscono ottima visibilità sui social network. Sono anche uno dei fenomeni più fotogenici che esistono e, grazie alla loro ripetitività, permettono di sperimentare diversi tecniche e tempi di scatto.


Per fotografare correttamente i fuochi d’artificio ed ottenere dei buoni risultati però è indispensabile partire adeguatamente attrezzati. Dovete assolutamente avere con voi una fotocamera professionale con la possibilità di impostare i tempi di scatto, un'obiettivo adatto alla distanza, un treppiede e possibilmente uno scatto remoto (telecomando).


Quale ottica e posizione?

Ovviamente sarà necessaria un po’ di fortuna per trovare uno spettacolo pirotecnico a cui fare qualche foto, possibilmente vicino a casa e ad un orario adeguato. Una volta giunti sul luogo potreste però incontrare altri problemi. Ad esempio non è possibile sapere esattamente dove esploderanno i fuochi artificiali (a meno che non conosciate la manifestazione dagli anni precedenti) e questo rende difficoltoso scegliere l’ottica giusta. Ci sono due possibilità piuttosto ovvie: stare vicini ed usate un grandangolo o stare lontani ed usate un tele.


In tutti e due i casi è meglio avere uno zoom. Sarebbe meglio avere entrambi appresso per poter decidere la posizione di scatto ideale (o almeno si spera) una volta sul luogo. Indicativamente è meglio tenersi un po’ più “larghi”, tanto in post produzione possiamo ritagliare un po’ e correggere l’inquadratura.

Se usate un treppiede sarà difficile riuscire a regolare velocemente l’inquadratura, probabilmente perderete qualche foto cercando di impostare correttamente, non c’è comunque molto da fare se non cercare di essere il più svelti possibile. La messa a fuoco dovrebbe essere impostata prima dell’inizio dello spettacolo, usando magari qualche luce ad una distanza simile come riferimento per focheggiare.

Il diaframma abbastanza chiuso aiuterà comunque parecchio per correggere piccoli errori di messa a fuoco. Ricordate inoltre che il punto di fuoco potrebbe cambiare leggermente se muovete la ghiera dello zoom. Sarebbe inoltre interessante (se possibile) trovare una posizione rialzata da cui scattare e cercare di avere qualche elemento di sfondo per contestualizzare meglio.

L’ultima cosa da considerare per fotografare i fuochi artificiali è il fumo. Dovreste cercare di scegliere una posizione da cui il vento soffi via il fumo, nella direzione opposta alla vostra. Ovviamente se manca il vento c’è poco da fare...


Impostazioni di scatto

Di norma vicino ad f/8, 100 ISO, Posa B, messa a fuoco manuale da sistemare in precedenza.

Non c’è molto da dire sul diaframma: abbastanza chiuso. Io personalmente ho impostato f/8, potreste anche chiudere ad f/11 oppure aprire ad f/5.6 in base al contesto. Mi spiego meglio: Fate finta di avere un bel soggetto nell’inquadratura, poniamo un campanile. Dovreste cercare di trovare un valore di diaframma che permetta un’esposizione decente del campanile con un tempo che potrebbe variare dai 3 ai 7 secondi (molto indicativamente). Ovviamente è necessaria qualche prova. Se non c’è nessuno sfondo di interesse mettete pure f/8 o f/11 e limitatevi ad inquadrare i fuochi d'artificio.


Inizia lo spettacolo pirotecnico

Prendete il vostro telecomando (se non lo avete alla fine c’è una possibile soluzione) ed impostate la fotocamera in “Bulb” o Posa B. In pratica la fotocamera scatterà per tutto il tempo in cui terrete premuto il pulsante di scatto sul telecomando, appena rilascerete si abbasserà lo specchio. Se vi trovate per la prima volta in questa situazione ricordatevi di usare le orecchie: Le foto sono preferibili quando si vede la scia di salita, dovreste quindi premere il pulsante appena sentite il fischio, ed aspettare che il fuoco (o i fuochi) d’artificio si propaghino a vostro piacimento per rilasciare ed attendere il prossimo scatto. 


Se avete poca esperienza e lo spettacolo si rivela lungo dovreste controllare le foto già scattate, per essere sicuri di avere la giusta esposizione e messa a fuoco, anche a costo di perdere un paio di fotografie. Potreste inoltre provare a cambiare inquadratura o a fare qualche esperimento (uno lo troverete fra poco). Se lo spettacolo è breve e si ha poca esperienza bisogna, come al solito, sperare di avere un po’ fortuna. Ricordate che anche tempi di scatto molto brevi possono essere interessanti.


Quali tempi usare?

Ok, ma quali tempi usare? Sinceramente credo sia meglio fare delle prove sul posto, anche se mi sembra di aver visto che 8 secondi ad ISO 100/200 ed f/8 permettono di avere risultati quasi sempre abbastanza discreti. Di seguto alcune prove di scatto, con i relativi tempi.



E se non ho il telecomando?

Se non avete il telecomando è comunque fondamentale il treppiede. Una volta che il tutto è ben stabile avete due alternative, entrambe poco invitanti:

  • Premere il tasto di scatto sulla fotocamera e tenerlo premuto molto dolcemente, cercando di muoverla il meno possibile
  • Usare l’autoscatto due secondi e rinunciare al Bulb, impostando un tempo di pochi secondi


Spunto interessante

Un fotografo di nome David Johnson in passato ha pubblicato un'interessante galleria fotografica dove consigliava una tecnica innovativa per fotografare i fuochi d'artificio. Come spiegava sul suo sito lo stesso Johnson:

La tecnica che ho utilizzato è semplicemente il cambio della messa a fuoco durante una lunga esposizione. Ogni scatto è lungo circa un secondo, a volte due. Ho iniziato fuori fuoco, e quando ho sentito l'esplosione ho velocemente rifocheggiato (...)

The technique I used was a simple refocus during the long exposure. Each shot was about a second long, sometimes two. I'd start out of focus, and when I heard the explosion I would quickly refocus, so the little stems on these deep sea creature lookalikes would grow into a fine point.



Fotografia di un fuoco artificiale - David Johnson



Altro esempio di fuoco artificiale - David Johnson


Queste due sono le uniche fotografie che siamo riusciti a salvare, in quanto ad oggi la galleria non è più disponibile ed il sito dove era ospitata risulta chiuso. Personalmente non abbiamo più avuto la fortuna di trovare uno spettacolo pirotecnico e di avere la reflex con noi, ma di sicuro sembra una tecnica simpatica da provare alla prima occasione.

Sperando che la guida per fotografare i fuochi d'artificio sia stata chiara, prima di salutarti ti ricordiamo che puoi leggere tutti gli altri tutorial sulla fotografia cliccando qui. Se lo ritieni opportuno, puoi darci un piccolo contributo cliccando la pagina ❤Sostienici

L'archiviazione delle fotografie digitali

Come creare un archivio digitale per le foto e come archiviare le fotografie.

Archiviare le foto digitali è un tema abbastanza delicato e dovrebbe essere affrontato con serietà da chiunque si avvicini alla fotografia. L'archiviazione delle foto è un argomento è vasto e deve essere trattato in due punti, ovvero la gestione dell'archivio digitale e la copia di backup delle foto. Consiglio di leggere con attenzione specialmente la seconda parte.


Video tape archive storage 
Kulturarvsprojekt - http://commons.wikimedia.org


La gestione dell'archivio digitale

Come per qualsiasi operazione umana, nell'archiviazione delle foto non esiste un solo metodo di lavoro e non sempre il sistema che va bene ad una persona deve andare bene anche ad un'altra. Io per esempio archivio tutte le mie fotografie in cartelle con nome e data, senza aggiungere TAG e modificando solo i nomi dei file originali. Non utilizzo software di gestione e non ho mai fatto confusione. Il motivo di questo metodo di lavoro è facilmente individuabile nella galleria delle immagini del sito: gran parte degli scatti sono all'interno di una manifestazione ben identificata e non scatto abbastanza materiale "generico" da mettermi in difficoltà.

Per le foto con gli amici ho preso l'abitudine di mettere il nome delle cartelle con data e luogo, quindi di ogni fotografia 001 - soggetti da sinistra a destra in modo da mantenere l'ordine cronologico degli scatti e trovare con la ricerca di Windows tutte le fotografie di una certa persona. Questo non è l'unico modo di lavorare, analizziamo gli altri e approfittiamo per dare un paio di suggerimenti:


Consiglio preliminare

Questo consiglio è soggettivo e potrebbe far storcere il naso a molti di voi. Personalmente credo che sia meglio scattare più foto possibili durante la vacanza e pensare ad eliminare i doppioni successivamente. Grazie al digitale il costo di ogni fotografia è irrisorio, possiamo quindi scattare lo stesso tramonto con cinque esposizioni diverse o la foto di gruppo anche sei volte. Per cancellare le foto di troppo ci vuole un minuto, scattare di nuovo molte volte è impossibile. Con il passare degli anni ho iniziato ad utilizzare sempre meno questa tecnica, ma prima di poter fare pochi scatti ho dovuto sviluppare una certa esperienza.


La pulizia dei doppioni

Partiamo dal presupposto che è importante cancellare tutte le foto superflue prima di procedere con la catalogazione, permetterà un lavoro meno frustrante e più gestibile. Se siete tra coloro che odiano cancellare foto, consiglio di archiviare tutti gli scatti di una particolare situazione su un supporto esterno (Hard-Disk o chiavetta) mettendoli all'interno di una cartella, successivamente lavorare su una copia ridotta per l'archiviazione su disco e la conservazione come foto ricordo.

Se ad esempio tornate da una vacanza ai Tropici con 1.500 fotografie di cui 2/3 sono doppioni, consiglio di metterle tutte su un disco esterno con il nome "Vacanza ai Tropici, Ottobre 2021" in modo di non cancellare nulla e successivamente procedere alla conservazione delle sole fotografie con un valore artistico (togliere doppioni, mossi, sfocati ed esperimenti mal riusciti) cercando di ridurre gli scatti ad un numero gestibile, ad esempio 200. Il fatto di avere le foto in copia di backup permette anche di essere più decisi con la scrematura e non affezionarsi troppo a tre scatti troppo simili tra loro.


Se dovete riordinare davvero molte fotografie, magari scattate con diversi corpi macchina o da persone diverse, personalmente ho sviluppato una tecnica che mi permette di ottimizzare i tempi e ridurre fortemente lo stress. Facciamo finta di avere le foto di tre fotografi della stessa manifestazione, la cosa migliore è di creare diverse cartelle, una per ogni momento, e mettere tutte le fotografie mescolate all'interno di quella cartella. Facciamo l'esempio di un matrimonio, terrore di ogni fotografo.

Innanzitutto creiamo una cartella per ogni momento: fuori dalla chiesa, ingresso, celebrazione, uscita, pranzo. Mettiamo le fotografie nella rispettiva cartella, in questo modo sarà molto più semplice scremare gli scatti. Se due diversi fotografi hanno fatto la stessa foto della mamma emozionata che guarda lo sposo, mettendole insieme sarà molto più facile identificare il doppione e selezionare la foto che è venuta meglio. Una volta finita la pulizia dei doppioni, rimettete insieme tutti gli scatti e passate all'archiviazione.


La gestione mediante cartelle

Sicuramente il metodo più veloce per archiviare fotografie è mediante cartelle standard con all'interno tutti gli scatti di quella particolare giornata o vacanza. Si parte dalla cartella foto nella quale salvare tutti gli scatti. Consiglio di mettere tutte le immagini nella stessa cartella per semplificare la gestione del backup, che analizzeremo successivamente.

All'interno della directory foto possiamo iniziare con foto/001 - Vacanze ai Tropici, Ottobre 2021 e proseguire con la stessa logica, ad esempio foto/002 - Gardaland, Novembre 2021 etc. Il numero davanti al nome della cartella serve a mantenere un ordine cronologico.

Le varie fotografie all'interno delle cartelle potrebbero venire rinominate con un numero progressivo ed il soggetto, ad esempio 001 - Partenza e così via.

Un po' più complicata diventa la gestione di cartelle con scatti non legati a viaggi o particolari categorie. Premesso che non tutti hanno questa esigenza, nel caso di immagini senza categoria è possibile creare la cartella foto/varie ed eventuali in cui inserire immagini catalogate con TAG.


In alternativa è possibile creare una cartella per ogni diversa tipologia di scatti, ad esempio Animali, Panorami, Persone e poi eventualmente delle sottocartelle per suddividere ulteriormente gli scatti. Ovviamente le cartelle vanno create in base a quello che sono le vostre esigenze di archiviazione.


La gestione mediante TAG

La traduzione più vicina al termine inglese TAG potrebbe essere etichetta, quindi taggare una fotografia significa applicargli più etichette possibile. Ognuna di queste etichette deve avere un riferimento all'immagine. Fingiamo di dover taggare la foto storica in bianco e nero di una donna che guida una bicicletta su una strada anonima. I TAG ideali potrebbero essere: Donna, Bicicletta, bianco e nero, storica. Se la foto fosse firmata, aggiungerei anche il nome del fotografo.

Avrete capito che per chi deve gestire archivi molto grandi o particolarmente complessi i TAG permettono di essere molto più veloci nella ricerca rispetto alle cartelle. La gestione con i TAG non esclude la possibilità di usare le cartelle. Tornando all'esempio sopra, è possibile taggare solo le fotografie inserite all'interno della cartella foto/varie ed eventuali o mettere delle etichette solo alle fotografie di vacanza che potrebbero servire anche ad altri scopi.

Per applicare un TAG ad un immagine con Windows è sufficiente cliccarla con il tasto destro del mouse e successivamente selezionare Proprietà, quindi la scheda Dettagli. Scendendo leggermente in basso, alla voce Descrizione cliccare su Tag ed iniziare a taggare la fotografia, separando le varie voci con un "punto e virgola", ovvero Donna; Bicicletta; Bianco e nero; Storica


Un altro consiglio fondamentale è di non fare l'errore di utilizzare sinonimi. Usate sempre il singolare maiuscolo e la parola italiana, possibilmente scrivetevi i TAG usati precedentemente da qualche parte per evitare di trovarvi con etichette come bianco e nero, bianconero, BN, black and white e BW che creano TAG diversi per un solo argomento.


La gestione mediante software

Per chi dovesse utilizzare molto la gestione con i TAG sarebbe consigliabile aiutarsi con l'utilizzo di un software. Il più diffuso tra quelli a pagamento è senza dubbio Adobe Lightroom, ma non mancano alternative gratuite tra cui Raccolta foto di Windows, il programma fornito in boundle con l'acquisto della fotocamera, myphotoindex e moltissime altre soluzioni disponibili online.

Su questo sito avevo inizialmente consigliato Picasa, ma purtroppo il software è stato chiuso e non ha più un supporto ufficiale. Una buona alternativa gratuita potrebbe essere offerta da Darktable, una soluzione opensource per la gestione di fotografie di cui ho scritto una guida per lo sviluppo dei file RAW.


Come gestire TAG e cartelle?

Quella che sembra una domanda semplice potrebbe creare grossi problemi in futuro: Quando decido di catalogare una fotografia oggi, sono sicuro che il metodo andrà bene anche nei prossimi anni? Facciamo finta di catalogare 10.000 immagini di automobili, per logica le divideremo per marca e quindi per modello. A distanza di 5 anni ci viene commissionato un libro in cui dobbiamo raccontare la storia delle automobili di colore rosso, tutto il metodo di lavoro precedente diventa assolutamente inutile. Se il nostro cliente volesse 100 foto di auto con lo sfondo di montagne, anche se avessimo messo il TAG colore a tutte le auto, ci troveremmo comunque in difficoltà. Bisogna rassegnarsi all'idea che il metodo perfetto non esiste.

Per quanto ottimale e pianificata sia la classificazione delle fotografie, ci sarà sempre del tempo perso nella ricerca di un file particolare. Fortunatamente nessuno di noi deve gestire l'archivio fotografico di un giornale, ma se avete una quantità davvero grande di fotografie vi posso consigliare di salvarle in cartelle molto specifiche, di inserire più TAG possibile seguendo la regola del Chi, Dove, Quando e Cosa e di essere molto dettagliati. Un altro consiglio è quello di non procrastinare. Lavorare 100 fotografie a settimana vi permetterà di sistemare 5200 fotografie all'anno senza fare troppa fatica, mentre trovarsi a gestire 5200 fotografie durante le ferie porterà sicuramente a stress, imprecisioni e risultati superficiali.


La copia di backup dei file

Un altro punto molto importante per il fotografo è una sicura archiviazione dei file per evitare di perdere anni di lavoro. Da un recente sondaggio di Seagate, risulta che il 54% delle persone intervistate ha perso o conosce qualcuno che ha perso dei file. Tuttavia il 25% di queste persone non effettua alcun backup delle proprie risorse digitali.

Personalmente ritengo assolutamente irresponsabile affidarsi alla tecnologia ed effettuo abitualmente più backup dei miei file. Con Backup si intende la periodica copia di sicurezza dei propri dati su uno o più supporti.

La prima sicurezza che utilizzo è quella di avere diverse memory card ed usarle a turno, in modo di avere l'originale delle foto per diverso tempo prima di cancellarle. In secondo luogo ho un backup del disco fisso pianificato ogni giorno su un hard disk secondario, settimanalmente copio tutti i dati su un hard disk esterno. Visto che sono molto premuroso, i dati più importanti e le fotografie le tengo in copia in cloud.

Un altra domanda che in molti si fanno è su quale supporto conviene usare. Se avete qualche centinaio di fotografie scattate dallo smartphone potrebbe andare bene anche una chiavetta USB, ma se siete un fotografo avrete troppi dati da poterli archiviare in questo modo. Il DVD o Blu-ray sono praticamente eterni, ma con il tempo sempre meno dispositivi sono in grado di leggerli. Il cloud è una buona alternativa, ma caricare grosse quantità di dati potrebbe diventare costoso e molto lungo (specialmente con connessioni lente).

Visto il rapporto comodità/qualità/prezzo ritengo che ad oggi un Hard Disk esterno da 2,5" (quelli senza alimentatore esterno per capirci) di buona marca sia senza ombra di dubbio la soluzione migliore. Ricordate di fare una copia almeno settimanale di tutti i dati, trattate gli Hard Disk con cura, lavorate sempre in duplice copia e ricordate di cambiare disco ogni 5/6 anni per evitare usure meccaniche e guasti. Il vecchio hard disk potrebbe essere utilizzato per la seconda copia di sicurezza dei dati. Conservate il disco fisso in un posto sicuro, lontano da bambini, luce diretta e umidità. Se si tratta di dati davvero importanti, comprate un contenitore per documenti, ignifugo e resistente all'acqua dove conservare i vostri dischi fissi sotto chiave.


Per la gran parte degli utenti amatoriali o professionali il backup può essere effettuato settimanalmente in modo manuale. Limitatevi a collegare il disco fisso alla porta USB del PC e copiate la cartella foto senza sovrascrivere i file vecchi, in modo di rendere l'operazione più veloce.

Utilizzare un programma per il backup in automatico è consigliabile solo a quegli utenti che utilizzano il PC in maniera professionale e creano molto materiale quotidianamente. Personalmente io ho un backup pianificato con il software Uranium Backup ogni sera alle 22.00 e una copia settimanale su disco esterno. Considerato le problematiche legate alla creazione di un backup fatto a regola d'arte e la confusione di avere dati vecchi che si sommano a dati nuovi o cartelle con copia multipla dei file, non affronterò l'argomento in questa guida e consiglio questa soluzione solo a chi è tecnologicamente disinvolto.


In conclusione abbiamo visto come una buona gestione dell'archivio deve essere ordinata e ridotta all'essenziale, con copie costanti di sicurezza su due o più supporti affidabili. L'ultimo consiglio che posso darvi nel caso abbiate materiale davvero importante è una copia di backup fuori sede. In caso di alluvione o incendio rischiereste di perdere comunque i vostri dati, se invece si lascia una terza unità, periodicamente aggiornata, a casa di un amico o in una cassetta di sicurezza, i dati rimangono al sicuro qualsiasi cosa succeda.

Sperando che questo tutorial per archiviare le fotografie ti sia stato chiaro, prima di salutarti ti ricordiamo che puoi leggere tutte le guide sulla tecnica fotografica cliccando qui. Se lo ritieni opportuno, puoi darci un piccolo contributo cliccando la pagina ❤Sostienici.

martedì 2 dicembre 2025

I tubi per la fotografia macro

Approfondimento, fotografie ed esempi sui risultati che potete ottenere utilizzando i tubi di prolunga per le macro.

Dopo averli acquistati, vi presento un'analisi sui tubi per le macro. Quando ho cercato di informarmi per valutare se comprare o no questi tubi di prolunga ho notato che non è facile trovare un sito che ne parli in pratica. Esistono decine di forum con pareri, esempi, ma non mi pare di aver mai visto un approfondimento, con foto reali di quello che fanno i tubi per le macro, quindi ho deciso di scriverlo io.


Chiunque voglia avvicinarsi al mondo della fotografia macro dovrebbe essere a conoscenza del fatto che esistono diverse vie: La prima è un obiettivo macro, la seconda è l'ottica attaccata al contrario, la terza sono i tubi per le macro (oppure i moltiplicatori o il soffietto).

Per quanto riguarda l'ottica macro c'è poco da dire: un'ottica si può chiamare macro quando raggiunge il rapporto di ingrandimento di 1:1.

Avere un ingrandimento di 1:1 significa che deve essere possibile fotografare un oggetto grande come il nostro sensore a schermo pieno, mi spiego meglio: Una pellicola è grande 35 millimetri, un'ottica macro ci deve permettere di fotografare un oggetto grande 35 millimetri a pieno schermo. Ovviamente nel caso di fotocamere digitali il ragionamento è lo stesso, ma si parla di dimensione del sensore.

Alcune persone non vogliono o non possono investire in una ottica macro, per questo cercano soluzioni alternative.

Una di queste soluzioni sono i tubi macro, che sono dei veri e propri tubi di prolunga senza lenti che ci permettono di allontanare l'obiettivo dal sensore, ottenedo una drastica riduzione della distanza di messa a fuoco. Esistono diversi tubi in commercio

I più economici non permettono di regolare il diaframma e impediscono di usare l'autofocus perché non hanno i contatti elettrici fra il corpo macchina e l'obiettivo, i più costosi sono dotati di questi contatti e permettono tutte le normali operazioni.

Per quel che ho potuto vedere esistono tre aziende che producono tubi per le macro con i contatti:

Tubi macro della Canon/Nikon/etc:
Costano molto, sono prodotti originali e vengono realizzati con la baionetta in metallo.

Tubi macro della Phottix:
Hanno un costo medio (poco più di un centinaio di euro), hanno i contatti, ma sono completamente in plastica.

Tubi macro della Kenko:
Costano poco meno di duecento euro, hanno la baionetta in metallo ed i contatti.


Per una questione di soldi mi sono comprato i tubi di prolunga della Phottix, se volete montare ottiche molto pesanti forse sarebbe meglio prendere i tubi macro Kenko o gli originali, che sono almeno in parte in metallo. Nel caso in cui prenderete i compatibili porterete a casa tre tubi di diverse misure, 13mm, 21mm e 31mm, ovviamente è possibile unirli insieme per raggiungere lunghezze maggiori.

Esistono alcuni grossi difetti nella fotografia macro con i tubi di prolunga:

  • Perderete un po' di luminosità (uno o due f-stop)
  • Perderete un pochino di nitidezza, ma su ottiche buone il risultato sarà più che accettabile
  • Non potrete più mettere a fuoco "all'infinito"
Ora passiamo alla pratica: Per tutte le fotografie di prova in questa pagina è stato usato l'obiettivo Canon EF 50mm f/1.8 con un diaframma pari a f/11

La distanza di messa a fuoco è la minima possibile ed è stata calcolata partendo dalla punta dell'obiettivo, fino al soggetto.

  • Le foto sono state effettuate in una lightbox autocostruita in economia.
  • Il soggetto è una miniatura di warhammer piuttosto piccola, queste miniature vengono vendute color metallo, è stata infatti verniciata a mano da me. Mi sembrava l'ogetto più dettagliato che potessi usare come esempio. Per darvi un'idea delle dimensioni effettive qui di fianco potete vedere un paragone con una monetina da due euro.
  • Tutte le foto che seguono sono quello che è uscito dalla fotocamera, con i tubi di prolunga montati. Non sono state in nessun modo tagliate, croppate, raddrizzate..
  • L'unico ritocco effettuato è il bilancimento del bianco, la riduzione di dimensione e l'aggiunta del crop al 100%.
  • Il fuoco è alla minima distanza possibile ed è stato corretto spostando interamente la lightbox (non ho la slitta millimetrata).


Il Test

La prima immagine è la fotografia con il 50mm Canon senza nessun tubo. Il crop è un dettaglio della testa, ho ingrandito sempre lo stesso punto in tutte le foto successive. La distanza per la messa a fuoco è pari a 34,5 centimetri.

Dati di scatto: f/11 - 0.6 Secondi




Per la seconda immagine è stato usato il tubo macro da 13 mm. Possiamo vedere che anche con il tubo corto il miglioramento è già notevole. La distanza per la messa a fuoco è scesa a 13 centimetri.

Dati di scatto: f/11 - 0.8 Secondi, leggermente più di prima.



Per la terza immagine è stato usato il tubo di prolunga da 21 mm. La distanza per la messa a fuoco è scesa ancora a 9.5 centimetri.

Dati di scatto: f/11 - 1.3 Secondi, i tempi si allungano parecchio.



Per la quarta immagine sono stati usati due tubi per un totale di 34 mm (13+21). La distanza per la messa a fuoco è scesa ulteriormente a 6.5 centimetri.

Dati di scatto: f/11 - 1.3 Secondi, stranamente ancora nessuna differenza da prima.



Per la quinta immagine sono stati usati due tubi di prolunga per un totale di 44 mm (13+31). La distanza per la messa a fuoco è arrivata a 5.5 centimetri.

Dati di scatto: f/11 - 2 Secondi, praticamente tre stop più che senza il tubo.


NOTA BENE: Nell'ultima immagine Il crop sembra aver perso nitidezza, ma ho paura sia un mio errore di messa a fuoco.. a questi ingrandimenti è difficilissimo regolarlo.

Se cliccate qui potete vedere la foto in alta risoluzione (50% di 18Mp), apre in una nuova finestra. Questo è anche il traguardo dell'1:1, lo spazio fra le corna è infatti di 2,1cm, il sensore è un Aps-C (2,2cm).

Non ho più proseguito con gli ingrandimenti perché quando si esagera con i tubi di prolunga per le macro, con questo obiettivo, iniziano a presentarsi diversi errori di comunicazione fotocamera/obiettivo rendendo impossibile scattare.

Dalle mie prove sembra che questi errori avvengano quando il punto di messa a fuoco cade interno all'obiettivo, o comunque troppo vicino.

Per finire vorrei aggiungere un paio di dettagli. se volete montare i tubi macro sui grandangoli avrete qualche problema. Anche usando il tubo più corto, con il mio 17-50 f/2.8 Tamron, devo zoomare almeno fino a 30mm di focale. Ci vorrebbe quindi un tubo molto più corto, infatti è sufficiente appoggiare l'ottica senza avvitarla per permettermi di avvicinarmi abbastanza da stare a meno di 5cm dal soggetto. È possibile che il problema sia relativo al fatto che il tamron focheggia piuttosto vicino di suo.

Attenzione, mettere a fuoco è un incubo... Un minimo spostamento di pochi millimetri crea cambiamenti inimmaginabili. Consiglio quindi di usare SEMPRE il treppiede e focheggiare spostando il soggetto, oppure con una slitta millimetrica (che momentaneamente non possiedo).

Sperando che il tutorial per la fotografia macro con i tubi di prolunga sia stata chiara, prima di salutarti ti ricordiamo che puoi leggere tutte le altre guide sulla tecnica fotografica cliccando qui. Se lo ritieni opportuno, puoi darci un piccolo contributo cliccando la pagina ❤Sostienici.